- Scrivere un post sui social
- Quali competenze ho per affermare quello che sto per scrivere? Sono in grado di dare un giudizio su questo argomento?
- Sono sicuro/a di quello che sto per affermare nel post? Sono consapevole del fatto che il mio parere potrebbe influenzare gli altri?
- Il post che voglio pubblicare può interessare? Può creare fastidio o irritare qualcuno?
- Il post contiene forse parole offensive verso chi la pensa diversamente da me?
- Ciò che esprimo sui social è legale? Potrei incorrere in qualche conseguenza, se lo pubblico?
- “So di non sapere…”: sempre attuale l’insegnamento di Socrate
Scrivere un post sui social
Viviamo in un’epoca nella quale, attraverso i social network, molte persone commentano e danno giudizi su ogni argomento, spesso senza averne la giusta conoscenza. I social, che per alcuni sono un diario personale, rappresentano un importante mezzo di comunicazione. Di conseguenza, è necessario porsi qualche domanda prima di scrivere un post di qualsiasi tipo su Facebook, Instagram, Twitter e altri.
Quali competenze ho per affermare quello che sto per scrivere? Sono in grado di dare un giudizio su questo argomento?
A tale proposito può essere utile riportare le famose parole di Umberto Eco quando, in occasione della sua laurea honoris causa in “Comunicazione e Cultura dei Media”, disse: “I social media danno diritto di parola a legioni di imbecilli che prima parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vino, senza danneggiare la collettività. Venivano subito messi a tacere, mentre ora hanno lo stesso diritto di parola di un Premio Nobel. E’ l’invasione degli imbecilli”.
Sono sicuro/a di quello che sto per affermare nel post? Sono consapevole del fatto che il mio parere potrebbe influenzare gli altri?
Tutti conosciamo il detto “prima di parlare, conta fino a dieci”. Invece, soprattutto sui social, siamo portati a scrivere con impeto alla stessa velocità con la quale, nello stesso tempo, il post viene letto, condiviso e commentato. E’ invece fondamentale, prima di pubblicare un post, rileggere il testo più volte sia per individuare e correggere eventuali refusi, che per avere maggiore consapevolezza del contenuto.
Il post che voglio pubblicare può interessare? Può creare fastidio o irritare qualcuno?
I social media sono dei grandi supporter del proprio narcisismo, poiché danno sfogo a quel forsennato desiderio di affermare il proprio ego ignorando che, molto spesso, un post non soltanto non interessa alla stragrande maggioranza delle persone, ma può anche dare fastidio, nonché irritare per il suo contenuto. La tendenza in voga sui social è quella di schierarsi pro o contro qualcosa o qualcuno, e ciò non induce a discutere del merito di una questione, né ad offrire un contributo costruttivo.
Il post contiene forse parole offensive verso chi la pensa diversamente da me?
E’ sempre opportuno, quale regola generale, esprimere pareri anche “controcorrente” senza utilizzare linguaggi coloriti o parole offensive. Spesso le idee migliori sono anche le più silenziose.
Ciò che esprimo sui social è legale? Potrei incorrere in qualche conseguenza, se lo pubblico?
In una società come questa, in cui il confine tra “giusto” e “sbagliato” è sempre più labile, può essere difficile comprendere quando, dopo la pubblicazione di un contenuto sui social, possono derivare conseguenze legali. E’ invece consigliabile informarsi prima (soprattutto se si hanno dei dubbi al riguardo), per evitare spiacevoli sorprese che potrebbero ricadere sulla propria attività online.
Lanciare in Rete post offensivi può costare una condanna per diffamazione aggravata. Il reato è quello previsto dall’art.595 del Codice penale. A stabilire i confini tra commenti solo inopportuni e le fattispecie di reato è la giurisprudenza. Scatta ad esempio la diffamazione aggravata se la moglie separata insulta il marito qualificandolo come un “miserabile bisognoso di cure psichiatriche”, o per chi denigri un docente sul piano privato o professionale.
“So di non sapere…”: sempre attuale l’insegnamento di Socrate
Il precetto di Socrate, riferito al saggio (“So di non sapere”), è sempre valido, a maggior ragione oggi se riferito all’attività svolta sui social. Di conseguenza, ognuno di noi dovrebbe chiedersi, prima di pubblicare un post, se siamo sicuri che tutti (ma proprio tutti) riescano a comprenderne il senso.
Attenzione ed accortezza devono essere prestate anche quando si mette un “like” sui social network. Non è bene farlo a casaccio, anzi. Un gesto apparentemente banale può avere un effetto significativo sulla percezione che gli altri hanno di noi.