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Che cos’è la FoMo e perché è una patologia dei nostri tempi

FoMo: Fear Of Missing Out

La società in cui viviamo, per come è fatta, ci mette davanti a disturbi e patologie del comportamento del tutto nuovi, che derivano da abitudini e stili di vita. Qualche giorno fa Victoria De Angelis, la bassista dei Maneskin, ha rivelato in un’intervista rilasciata a “Radio Deejay” di soffrire di FoMo, che letteralmente sta per “fear of missing out” (in italiano: paura di essere disconnessi).

L’esperienza della “FoMo” consiste nel fatto che una persona, non potendo partecipare ad eventi piacevoli e gratificanti, cade in una sensazione di angoscia e frustrazione.

La letteratura scientifica ha rilevato una maggiore incidenza di tale disturbo negli ultimi anni, soprattutto tra gli adolescenti. La “FoMo” è direttamente collegata alla dipendenza da smartphone e dalla continua connessione ai social network.

Come si manifesta

Nella maggior parte dei casi la FoMo si manifesta con il desiderio persistente di essere in contatto con gli altri tramite i social network, e con l’insorgenza di una forte ansia quando – per motivi diversi – ciò non è possibile.

Molti adolescenti sperimentano un senso di esclusione per il fatto di non essere presenti ad eventi a cui partecipano altre persone conosciute, e tali pensieri di esclusione (tra l’altro normali durante la giovinezza), sconfinano in ansia e controllo costante dei social network.

I comportamenti di chi soffre di FoMo sono compulsivi e ripetitivi: oltre alla connessione prolungata in Rete, può sopraggiungere l’aggiornamento continuo delle pagine web, l’esclusione dal gruppo dei pari e l’isolamento.

“Non mi sta rispondendo al messaggio, forse mi ha risposto e non l’ho visto?”. “Ho la connessione instabile, perderò le storie dei miei amici”. “Ho lasciato il cellulare a casa, non saprò cosa fanno i miei amici”. “Vorrei chiudere la conversazione, ma potrei ferire i sentimenti del mio amico”. “Vorrei dormire, ma potrei perdermi qualcosa di importante”. Ecco quali sono i pensieri ricorrenti di chi soffre di tale disturbo.

“Io ho la peggiore FoMo del mondo. Pure se sono stanchissima devo uscire ogni giorno, se no mi perdo qualcosa. Un giorno eravamo a New York e siamo rientrati in hotel all’1 di notte. Thomas (Raggi, chitarrista della band, ndr) mi chiede di uscire, ma io ero cotta. Ero a letto e alle 2 mi manda un messaggio: ‘Sono a casa di Madonna’. Mi ha fatto salire la FoMo“, ha rivelato la musicista.

L’acronimo FoMo è già utilizzato nei primi anni 2000, lo troviamo in alcuni testi in lingua inglese, ma con riferimento alla generica paura di essere impossibilitati a partecipare ad eventi importanti, e quindi di “essere tagliati fuori” dal gruppo.

Oggi, invece, con l’utilizzo della tecnologia e dei cellulari, la patologia ha assunto diverse forme e livelli di gravità, assumendo i connotati di una vera e propria dipendenza.

Come guarire dalla FoMo

Trattandosi di un’esperienza che provoca un senso di ansia e frustrazione, per uscirne è necessario lavorare sul controllo delle emozioni e sulla gestione dei comportamenti compulsivi. Bisogna quindi aumentare il tempo trascorso in attività offline e comunque piacevoli: una chiacchierata con gli amici al parco, fare le pulizie di casa, cimentarsi in un hobby o in un’attività fisica.

Darsi delle regole circa il tempo da dedicare ai social network è altrettanto importante: lasciare il cellulare a casa prima di uscire o in un’altra stanza della casa mentre si sta facendo altro potrebbe essere un buon inizio.

FOMO vs JOMO
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